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ASHTANGA YOGA : ........... I nostri corsi E' stato Il saggio Patanjali ad organizzare lo Yoga a sistema per la prima volta, nel II secolo A.C. raccogliendo una millenaria tradizione precedente. Partendo dal principio per cui la mente è in uno stato di continua agitazione, egli definisce lo Yoga come il sistema per fermare l'agitazione della coscienza e portarla in uno stato di quiete Questo sistema, detto anche Yoga Darshana, è descritto negli "Yoga Sutra di Patanjali" nei capitoli "Sadhana Pada e Vibhuti Pada" che tracciano i principi del sentiero yoga dividendolo in 8 parti (Ashtanga-yoga o yoga dalle 8 membra). Ad ogni membra corrisponde una disciplina. Queste discipline se affrontate progressivamente conducono alla liberta' totale. Teniamo presente che queste regole venivano descitte da Patanjali secoli e secoli or sono, si riferivano a uomini e situazioni diversi da quelli di oggi, per cui non possono venire accettate alla lettera, bensì andranno interpretate a secondo delle proprie esperienze e realta' di oggi. Le prime due membra sono di carattere etico e morale, regole da osservare verso se stessi e verso gli altri: 1. Yama (astensioni): - Ahimsa: non-violenza, astensione dall'infliggere a qualsiasi essere vivente qualunque tipo di male, sia esso fisico o psicologico. - Sathya:astensione dal falso, aderenza al vero, sincerità, verità. - Asteya: astensione, liberazione dall'avidità, onestà. - Brahmacharya: continenza, intesa soprattutto come purezza morale. - Aparigraha: astensione dalla bramosia del possedere, distacco. 2. Niyama (osservanze): - Saucha: pulizia, salute fisica, purezza. - Samthosa: appagamento, felicità della mente, l'accontentarsi. - Tapas: ardore, costanza nella pratica quotidiana, desiderio di evoluzione. ascesi - Svadhyaya: studio di testi sacri, ricerca interiore. - Ishvara Pranidhana: abbandonarsi al Divino, la resa al Signore di tutte le nostre azioni. 3. Asana:.....2.46-47 La posizione dev'essere stabile e confortevole e ciò è assicurato quando si allenta lo sforzo e quando la mente riflette la condizione dell'Infinito. Lo stato psicofisico che si realizza immobilizzando il corpo e la mente. Il praticante si osserva e registra le proprie sensazioni che possono essere piacevoli o sgradevoli come la tensione, il dolore, il caldo, il freddo, percepisce il proprio corpo e la sua energia, prova tutto questo come se stesse guardando un altro, con distacco. L' asana ha effetto sul corpo e sulla mente ma la mente a sua volta, tramite introspezione, rilassamento e la concentrazione agisce indirettamente sul corpo fisico. Esiste sempre una stretta connessione tra mente e corpo. L'azione terapeutica dell' asana e' dovuta alla posizione statica del corpo unita ad una corretta respirazione ed ad un corretto atteggiamento mentale. Corpo, mente e respiro vengono posti in un determinato atteggiamento da provocare uno stato di benessere totale. Attraverso una pratica costante l'intero organismo viene vitalizzato, stimolato e riequilibrato. 4. Pranayama:... 2.49 Quando ciò è stato conseguito, allora si instaura il Pranayama che consiste nella sospensione del movimento dell'inspiro e dell'espiro. Controllo della forza vitale. Prana significa energia ma anche respiro, ayama controllo - padronanza. Pranayama è il controllo cosciente del prana (la vibrazione o energia che attiva e sostiene la vita del corpo), è la scienza del respiro, il perno attorno cui gira la ruota della vita. La pratica yoga del pranayama è la via diretta per disinnestare consciamente la mente dalle funzioni vitali e dalle percezioni sensorie che legano l' uomo alla coscienza del corpo. Secondo Patanjali il pranayama consiste nella sospensione, per periodi di tempo determinati, sia del processo inspiratorio che quello espiratorio allo scopo di aumentare la quantità di prana all' interno del corpo. L'essere umano ha la possibilità di aumentare il bagaglio pranico nel suo corpo soprattutto attraverso la respirazione. 5. Pratyahara:....... 2.54 Quando i sensi si staccano dai loro oggetti per assumere la natura propria della coscienza, si ha il pratyahara Interiorizzazione della mente. E' la capacità di isolare la mente da qualsiasi stimolo sensoriale esterno e metterla in condizione di rivolgere tutta l'attenzione all'interno. Le cinque membra fin qui descritte sono considerate mezzi esterni di realizzazione. E così si giunge alle successive tre membra considerate mezzi interni-sottili per giungere alla realizzazione " Samadhi", l' unione tra il Sè individuale con il Sè universale. Solo questa seconda parte viene comunemente considerata Raja Yoga 6. Dharana: . 3.1 La concentrazione consistenel fissare la coscienza in un punto Concentrazione La capacità di portare la mente su un solo punto o argomento induce la mente a placare il suo flusso continuo, causa di insoddisfazioni e infelicità. 7. Dhyana: .... 3.2 La meditazione è la facoltà di mantenervi l'attenzione (sul punto prescelto) Meditazione La mente che contempla un oggetto si trasforma nella forma dell'oggetto stesso, questo stato e definito meditazione. Una volta raggiunto questo stadio il praticante ha unito corpo, sensi, respiro, mente e l'io in oggetto di contemplazione, nessun'altra sensazione lo tocca. 8. Samadhi (mettere insieme): ... 3.3 Quando dhyana brilla della sola luce dell'oggetto privo della propria forma, allora si ha il samadhi Il risveglio. Al culmine della meditazione il praticante passa nello stato di Samadhi, in unione, in assorbimento totale nello spirito. In questo stato lo yogi è completamente sveglio e vigile ma riposa come se fosse addormentato, scomapare il senso dell' IO o del MIO poiché perviene ad uno stato senza tempo. Considerazioni: Mentre originariamente Raja Yoga e Ashtanga Yoga erano essenzialmente sinonimi, ora nella accezone più comune alle volte si identifica l'Hatha Yoga come la prima parte dell'Ashtanga e cioè Asana, Pranayama e Pratyahara, mentre come Raja Yoga si intende la seconda parte dell'Ashtanga e cioè solamente la parte mentale, Pratyahara (anello di congiunzione tra prima e seconda parte), Dharana, Dhyana e Samadhi Leggi anche "Il sentiero degli otto passi di Patanjali", tratto dal libro di sw Kriyananda: “Paramhansa Yogananda” Una biografia |